il quartiere, la storia

Incontrasi questo capoluogo sulla strada postale che da Milano va a Desio,
poi a Lecco e nella Valsassina. Il torrente Seveso lo biparte.
Da alcuni avanzi di antiche porte deducesi che fosse già luogo murato.
Nei suoi dintorni veggonsi tuttora le vestigia di un monastero.
Ha belle contrade, deliziosi giardini e amene villeggiature.

Dizionario topografico dei comuni compresi entro i confini naturali dell’Italia
Attilio Zuccagni-Orlandini, 1861

Lo storico quartiere di Niguarda, dalle probabili origini romane, poi borgo di campagna all’inizio del ‘500, ameno luogo di villeggiatura per le ricche famiglie milanesi che sfuggivano alle insalubri arie della città fino alla fine dell’800.

Nel 1923 venne annesso a Milano, insieme ad altri 10 comuni autonomi, così come gli era già successo durante il periodo del Regno d'Italia, salvo essere nuovamente scorporato con il ritorno degli austriaci.

Qui sopravvivono le cooperative della fine dell’Ottocento, i bambini frequentano la scuola per gli operai della Pirelli e la Liberazione si festeggia il 24 aprile, con un giorno di anticipo rispetto al resto d’Italia, in ricordo delle due staffette a cui si deve la Liberazione anticipata: Gina Galeotti Bianchi, nome di battaglia Lia, e Stellina Vecchio, nome di battaglia Lalla. Qui, il 25 aprile di ogni anno, è ancora possibile sentire qualche anziano che dice:

“Andemm a Milan a fà festa ancamò”
[andiamo a Milano a festeggiare ancora]

Lo sviluppo dell’industria, la forte presenza della cooperazione, la lotta contro il fascismo hanno posto le basi e rafforzato nel tempo il tessuto sociale e aggregativo e il senso di appartenenza dei suoi abitanti, ancora oggi molto sentito.

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